Dando per scontato che si sappia cosa si intende quando si parla di allenamento sportivo nella accezione del termine ovvero creare uno scompenso o meglio una deplezione a carico del nostro sistema neuro muscolare al fine di beneficiare successivamente e nei giusti tempi di recupero grazie dell’azione del nostro organismo atta a ristabilire una omeostasi ovvero riportare il nostro fisico a livello neuromuscolare al livello di partenza più una parte supplementare che è il vero effetto allenante, probabilmente per poter meglio affrontare una ulteriore situazione stressante nata da meccanismi atavici di sopravvivenza. Entriamo ora nel merito della questione.

Cosa intendiamo per qualità di un allenamento sportivo e quantità di un allenamento sportivo?

C’è un momento nel quale aumentando la quantità dell’allenamento o la durata dell’allenamento si va a penalizzare la qualità dell’allenamento?

Se si, cosa bisogna fare, quale caratteristica privilegiare? Quantità o qualità dell’allenamento o un mix delle due?

Proviamo a mettere a confronto queste de caratteristiche allenanti e vediamo se e quale sia la scelta migliore.

Perchè spesso si privilegia la quantità in un allenamento?

Semplicemente perchè, oltre ad essere la cosa più facile da fare la si accomuna al retaggio culturale per il quale di più è già sinonimo di meglio. Quanto di più sbagliato non si potrebbe fare. Soprattutto se calato nella attuale società fatta di bisogni e desideri indotti.

“Seppur quindi parzialmente comprensibile in chi è neofita (ovvero alle prime armi o più semplicemente principiante), approciare una disciplina di “tenuta” o meglio a maggior componente condizionale di tipo aerobico detta volgarmente “resistenza”: “ho fatto 10 vasche senza mai fermarmi”, oppure “ho corso ben otto chilometri di fila”, questo tipo di conteggio e di aspirazione dovrebbe scemare mano a mano che si cresce e ci si evolve sportivamente.

Quantità giusta di allenamento

La quantità in termini sportivi ha come sinonimo corretto la parola volume. Volume di allenamento o volume allenante spesso parametrizzato nell’ambito della settimana è semplicemente la somma temporale, ovvero il tempo che impieghiamo per allenarci.

Se vogliamo restare nell’ambito della quantità, non si menziona la seconda variabile altrettanto importante se non addirittura maggiormente importante in tali uni sport come, ad esempio il nuoto che è la frequenza.

La frequenza allenante o la frequenza in ambito sportivo è quanti allenamenti facciamo a settimana indipendentemente dalla loro durata.

Il nuoto, per esempio come accennavamo, predilige maggior frequenza rispetto a maggior volume.

Cosa è meglio allora scegliere allora fra quantità, frequenza e qualità?

Nuovamente con una domanda un pò provocatoria siamo a scegliere fra bianco e nero, giusto o sbagliato, i latini dicevano: In medio stat virtus.

Sia che si parli di triathlon come di corsa di ciclismo o di nuoto ovvero di tutti quegli sport o discipline in cui la parte dedicata al tempo o alla distanza la fa da padrona etc… Quantità e qualità dell’allenamento sono due parametri che andrebbero ben ponderati e bilanciati, se si ha come obbiettivo lo svolgimento di un allenamento che abbia un risultato concreto e razionale, evitando, come purtroppo spesso accade che la quantità prenda il sopravvento sulla qualità o che la qualità proprio non esista limitandosi ad essere “il più velocemente possibile” che se non altro può avere più senso di una andatura blanda, almeno ci costringerà a terminare prima.

I social e la sub cultura (sbagliata) del di più sinonimo di bravo

Questo a mio avviso a causa di una sub cultura del di più sinonimo del meglio. Lo abbiamo già affrontato come problema, un altro problema è credere di sapere tutto solo perchè si sanno 2 cose più degli altri, questo Molto facile da pensare stereotipato negli attuali modelli o per cultura, moda o ancor peggio “esibizionismo da social” nel quale ogni allenamento diventa un a missione impossibile alla pari dello scalare l’Everest, questo fenomeno seppur in leggero calo ha visto il suo massimo splendore nel maggior numero di infortunati da corsa che abbia mai visto in vita mia. E purtroppo (per loro) a tutt’oggi accade.

Credere che quantità sia sinonimo di meglio

Invece spesso permane questo tipo di visione che prende due forme:

La prima è pensare che il traguardo possa essere fare sempre più in termini di distanza, quanti post in cui si elogia l’impresa del “sempre di più” Ho corso una maratona come allenamento… bravissimo!:

Cosi vi sono post su face book del tipo:

“Oggi per la prima volta 2400 m!!! Per me grande soddisfazione!!! “

Con a seguito la solita sfilza di complimenti: brava, io non riesco, ma come fai, sei un mito, non molli mai etc…
Il discorso è per altro analogo che si parli di triathlon con nel mirino subito le distanze Ironman come fosse l’unica a cui ambire nel tempo o ancor peggio da subito o la maratona per quanto riguarda la corsa (stesso analogo discorso) o il nuoto nelle famose e fatidiche “vasche senza mai fermarsi”

Sono poi cosi “Bravo” ?

Bene, vi voglio svelare un segreto, se andate piano chiunque può fare anche 200 km di corsa o ottocento vasche a nuoto senza fermarsi, anche in sovrappeso!
Salvo poi trovarsi in poco tempo con una fascite plantare una borsite e chi più ne ha più ne metta.
 
Per altro, il “fare sempre di più” porterà al duplice effetto:
1) di sentirsi frustrati se si fa di meno,
2) di dover affrontare un impegno sempre maggiore sia dal punto di vista temporale (ore della propria vita sottratte ad altri interessi, alla famiglia, agli amici etc…), sia psicologico (non ho voglia, non ce la faccio, mi tocca, sono costretto) con la conseguenza di far perdere la voglia di fare ed il rischio di abbandonare in toto. Quindi meglio prediligere Qualità o Quantità nell’Allenamento?

L’abbandono

E’ chiaro che prima o poi si “satura” e nel frattempo si è speso un sacco di tempo in gran parte anche inutilmente perché la resistenza oltre un tot non si allena più con la resistenza.
 
Abbiamo esempi di molti campioni di diverse discipline che una volta abbandonato l’agonismo non hanno fatto più nulla ( spesso ingrassando, diventando sedentari e tutto quanto ne consegue).

Perchè la lunga distanza (quantità)?

La seconda è l’aspirazione a raggiungere e competere e cimentarsi in distanza sempre più lunghe (Ironman/maratona) giusto per citarne un paio.
 
Ora, come abbiamo appena detto, poniamo, semplificando, che chiunque possa coprire tali distanze; il punto diventa ben altro:

Chi è più bravo (quantità o qualità)?

“sono più bravo se faccio una maratona camminata a tratti trascinandomi e arrivando dolorante oppure se faccio una mezza chiusa, per esempio, sotto le due ore e poi, magari, anche qual cosina in meno 1h,30’ 🙂 ?”

Il nostro progetto base

Facciamo una piccola digressione addentrandoci all’interno della fisiologia umana.
La nostra muscolatura è composta da tre tipi di fibre muscolari differenti: le due principali sono volgarmente dette fibre muscolari rosse (tipo 1) e fibre muscolari bianche (tipo 2b), vi è poi una fibra muscolare intermedia detta fibra muscolare intermedia (tipo 2a).
Abbiamo quiundi fasce muscolari “programmate” per la resistenza ovvero in grado di sopportare un carico per un tempo ipoteticamente infinito (ore) ma ad una determinata (“bassa”) andatura ed altre in grado di svolgere esercizzi di elevata forza e velocità ma pe run tempo molto limitato, da pochi secondi a tanti secondi.
 
Maggiore è la durata/percorrenza di una determinata attività motoria, maggiore è la penalizzazione di un tipo di fibra a vantaggio dell’altra. E viceversa.
Personalmente, praticando uno sport che è prevalentemente di resistenza, il triathlon (per altro differente a seconda, appunto, delle distanze) prediligo, sicuramente, e anche come preparazione, distanze corte (sprint, olimpici). Questo da sempre.
L’allenamento (i miei allenamenti e quelli che propongo), nel tempo, è diventato sempre più corto, breve e mirato e i risultati sono migliorati, anche sulle lunghe distanze (chiaro, diventa più complessa la gestione, i recuperi, la scelta di cosa fare, come farla, etc…). Vi è però una maggiore armonia fisica e credo anche una maggior soddisfazione nel raggiungere risultati prestazionali sia in termini di durata ma soprattutto in modalità/tempi di percorrenza).

La letteratura

Con questo non voglio demonizzare gli allenamenti lenti e/o lunghi che vanno comunque programmati nell’arco della stagione ma a cui è giusto dare il giusto peso. Sull’allenamento lento lungo sia che si parli di triathlon che di corsa che di cicilismo che di nuoto ci sono nuovi studi che ne sminuiscono sempre più la validità.

Qualità Quantità Allenamento – le conclusioni e i fatti

I post che mi piacerebbe vedere sono: “ieri, finalmente sono riuscito a fare 10 x 100 SL in 1’35” partendo da 1’50” un annoi fa”, un post di questo tipo aprirebbe la discussione su come ci si sia arrivati, la motivazione delle diverse scelte e la voglia nel poter e voler fare di più in termini di qualità e non di quantità. Come sempre sono i fatti concreti a decretare la differenza.
 

Bibliografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Fibra_muscolare_tipo_1
https://it.wikipedia.org/wiki/Fibra_muscolare_tipo_2a
https://it.wikipedia.org/wiki/Fibra_muscolare_tipo_2b

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Dott. Enrico Roncada

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