Vi siete mai chiesti se e come possa cambiare il nostro assetto ormonale e quindi il controllo ormonale durante le nostre attività o la pratica del nostro sport preferito? Quando pratichiamo sport o più in generale quando pratichiamo esercizio fisico? Ovvero se e come come possa variare il controllo del nostro corpo conseguentemente alla variazione delle concentrazioni ormonali? Forse non tutti sanno che i principali ormoni (e non solo) svolgono funzioni fondamentali per la nostra vita e anche per le nostre performance sportive oltre a determinare la nostra composizione corporea.
Risposta endocrina all’esercizio sportivo o all’attività fisica
Andiamo subito al dunque della questione analizzando le modificazioni ormonali indotte dall’attività sportiva ed il conseguente controllo ormonale indotto dallo sport in ordine di importanza ricordando che il cambio di assetto ormonale avrà conseguenze sia durante l’attività fisica che anche e soprattutto alla fine della medesima. Per quanto riguarda la finestra temporale che inizierà appena concluderemo l’attività e che si protrarrà nel tempo a seconda di intensità e durata dell’esercizio stesso di solito concentrata nelle due ore successive definita finestra anabolica si avrà il massimo effetto causato dal cambio del valore delle concentrazioni ormonali che andremo di seguito ad analizzare. Superate le due ore persistono variazioni ormonali che si accumuleranno nel tempo, in questo caso parliamo di giorni, settimana ed anche mesi fino a rendere la situazione cronica con una accezione positiva del termine se tali valori saranno a noi favorevoli in funzione dei risultati che ci poniamo.
Cortisolo
CRF – ACTH – Cortisolo: il valore del cortisolo aumenta in proporzione all’intensità dell’esercizio fisico, fra le motivazioni c’è la produzione di glucosio a partire dal glicogeno immagazzinato nel fegato (gluconeogenesi). In natura, ancestralmente, questo fenomeno serve ad attivare quello che viene definito “Fight or Flight” ovvero combatti o fuggi! Ricordiamo che tale ormone è regolato dall’asse HPA (Hypothalamic-Pituitary-Adrenal axis, «asse ipotalamo-CRF-ipofisi-ACTH-surrene-Cortisolo»). Vale la pena sottolineare che la risposta dell’asse HPA all’attività fisica è indipendente dall’età e dal genere, ed è influenzata da diversi fattori ambientali.
Un significativo aumento del cortisolo plasmaticorichiede un esercizio fisico di almeno:
- 1 min al 90-100% della VO2max
- 20 min al 60% della VO2max
- 90 min al 25-50% della VO2max
Adrenalina
Catecolamine, ovvero adrenalina e noradrenalina: Il valore aumenta maggiormente durante l’esercizio intenso, meno in caso di esercizio moderato. La motivazione potrebbe essere l’aumento della pressione arteriosa, sappiamo anche che questi ormoni inibiscono l’attività intestinale ed aumentano la produzione di glicogeno.
Restanti ormoni
GH: Aumenta maggiormente in soggetti non allenati, si riduce maggiormente nei soggetti allenati. LA spiegazione potrebbe essere molto semplice: essendo il GH (somatotropina) un ormone deputato alla crescita corporea la sua azione potrebbe essere anabolizzante nei confronti di strutture (muscolari, tendinee, scheletriche) atte a rafforzarle in funzione dell’aumento delle attività sostenute dal nostro corpo durante l’esercizio fisico.
TSH-tiroxina: Aumento, turnower della tiroxina dopo allenamento, senza evidenza di effetto tossico. Ad oggi non si conosce con certezza la motivazione, presumibilmente aumento del metabolismo.
LH: questo ormone è deputato alla produzione negli uomini di testosterone e nelle donne di progesterone e estrogeni. Durante l’esercizio fisico il suo valore resta invariato sia prima che dopo.
Testosterone: Aumenta ma ad oggi non sono chiare le implicazioni.
Estradiolo-Progesterone: Aumenta soprattutto durante la fase luterale del ciclo. Verrebbe pertanto da scollegarlo alla attività fisica.
Insulina: si abbassa.
Glucagone: aumenta per aumentare la glicemia in circolo.
RAS (Renina angiotensina): aumenta soprattutto dopo esercizio fisico: ritenzione di sodio per mantenere il volume plasmatico.
ADH: aumenta per innescare ritenzione idrica per mantenere il volume plasmatico.
PTH-Calcitonina: non subisce alcuna variazione
Eritropoietina: non subisce alcuna variazione