Quanto sport è giusto fare? Mi sono più volte chiesto se valga veramente la pena fare cosi tanto sport. Ma è poi cosi tanto?

Nella mia carriera di sportivo mi sono imbattuto in diverse figure che hanno attraversato questo mondo, il mondo dello sport, ognuno a modo suo, ognuno in diverso modo.

Quelli che più faccio più sono bravo

Di solito ma non sempre sono coloro che arrivano alla disciplina in età matura. Fino a ieri o non facevano nulla o facevano tutt’altro.  Hanno una grande fretta di arrivare al top ed iniziano acquistando il top per quanto riguarda l’attrezzatura se lo sport richiede attrezzatura e dedicano all’attività sportiva il massimo del tempo possibile senza pensare alla qualità dell’allenamento.

Questo è un aspetto evidenziato in più occasioni, l’allenamento e l’alimentazione non sono pareri ma strumenti tecnici che come tali sono soggetti a determinate regole solo in apparenza semplici in realtà tanto più complesse quanto più ci si avvicinerà a modelli allenanti super performanti.

La Quantità solo in minima parte sopperirà alla qualità diventando per altro in tali une occasioni addirittura lesiva. Soprattutto se accompagnata da carichi elevati.

Questa tipologia di persone tendenzialmente fa una fiammata passando dal nulla al tutto per tornare al nulla dopo qualche anno. Oppure al non poter continuare a proseguire causa infortunio.

Quelli che hanno paura di osare

Si sentono eternamente non all’altezza e portano avanti un “loro schema” di allenamento nel tempo vedendo che comunque porta a leggero miglioramento. E’ sicuramente un modello che io reputo migliore rispetto al precedente, in questo caso sottovalutandosi però non solo non traggono il massimo da ogni singolo allenamento ma dedicano tempo non necessario al medesimo. Poco male se hanno molto tempo a disposizione ma spesso il tempo non è cosi tanto amico nei  nostri confronti e soprattutto non è gratis

Quelli che iniziano smettono iniziano nuovamente smettono e cosi via

Sono quelli che partono come quelli della prima categoria salvo poi scoppiare e mollare tutto per poi ripartire e cosi via. Questo è sicuramente il peggiore dei modelli, a questo punto meglio essere della categoria due.

Una strada  senza uscita

Un altra possibilità è quella ad un certo punto di mollare tutto. Ovviamente certi ritmi diventano insostenibili sia da un punto di vista fisico ma ancor più da un punto di vista sociale e psicologico. Saltare un allenamento diventa motivo di frustrazione e senso di sconfitta. Almeno su questo singolo aspetto possiamo fare una valutazione, ne parlo nell’articolo: allenamento saltato e sensi di colpa.

La cosa giusta

La cosa giusta il giusto modo di allenarsi dovrebbe prevedere un obbiettivo a breve medio e lunghissimo periodo. Per prima cosa non si dovrebbe cercare di imitare i nostri idoli professionisti. Un atleta professionista ha come unico scopo quello di vincere, alle volte a qualsiasi costo. Questo può anche non implicare il perseguimento di un modello salutistico. Per altro l’atleta sportivo concentra questo stile di vita in un tempo della propria vita carriera determinato. Noi, indipendentemente dall’età che abbiamo, dell’età in cui abbiamo iniziato, dovremmo avere l’obbiettivo di poter fare sport per tutta la vita ovviamente con carichi adeguati alla nostra preparazione e alla nostra età. Sarà in realtà in età avanzata che trarremo veramente i frutti di questo intervento a lungo termine evitando malattie come la sindrome metabolica il diabete l’ipertensione, osteopenia e o osteoporosi, per fare alcuni esempi, spesso causa di alimentazione scorretta e prolungata associata a stile di vita sedentario.

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Dott. Enrico Roncada

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