LA PROGRAMMAZIONE sportiva (dell’allenamento)

“C’è un tempo per seminare…

Per quanto fino ad ora esposto (Allenamento sportivo) sarà intuitivo apprendere che per perseguire determinati obbiettivi in determinati periodi dell’anno, vista l’eterogeneità dei sistemi allenanti, sia necessaria una programmazione sportiva ossia di allenamenti razionale e funzionale.

 

Programmare la stagione sportiva

Programmare una stagione vuol dire focalizzare gli obbiettivi e camminare a ritroso nel tempo per decidere cosa fare, quando farla, quanto fare e perché fare una determinata cosa anziché un’altra.

C’è da dire che non esiste un modo di perseguire una programmazione sportiva univoco e che le diverse metodologie di programmazione stessa non saranno oggetto di questa tesi anche se una, in particolare, si collegherà a quanto fino ad ora esposto e a quanto si andrà poi ad esporre. Anticipiamo essere la valutazione del periodo attraverso un modello matematico di performance.

Considerazioni

  1. per evitare la monotonia e dare stimoli allenanti differenti si potrebbe preferire scegliere allenamenti aspecifici in periodi di preparazione generici lontani dal periodo agonistico per dedicarsi poi ad esercitazioni specifiche vicino al periodo agonistico o alla prova da sostenere. Come dice la parola stessa generici vuol dire che non sono strettamente legati alla disciplina specifica. Per esempio per un podista o triatleta si possono intensificare sedute in palestra per rinforzare il core o muscoli posturali o eventuali punti deboli sia a livello muscolare che tendineo che tecnico tattico.
  2. Sia che si utilizzi una variazione stagionale, ovvero che abbia obbiettivi diversi nelle diverse fasi della stagione, o che si preferisca utilizzare mesocicli di settimane o mesi, nuovamente, entra in gioco il concetto della doppia azione dell’allenamento. Ciò consiste nel creare un affaticamento che può anche accumularsi nel tempo a cui segue un miglioramento di performance accompagnato però anche da un aumento di senso di fatica. Scopo di questi cicli è poter recuperare parte dell’affaticamento alla fine degli allenamenti sportivi stessi. Permettere in questo modo di capitalizzare le performance acquisite. Liberandosi quindi più o meno in parte della fatica dell’accumulo degli allenamenti. Un mesociclo può essere anche visto come un grande allenamento somma di allenamenti il cui termine coincide con una fase di scarico (ovvero di recupero) e relativa supercompensazione.

Modello di programmazione

Nella figura sottostante (Fig. 2.1) possiamo notare uno dei primi modelli di periodizzazione, oggi non più utilizzato rigidamente ma ancora valido nei principi (L. Matveyev 1965 Periodization of sports training (Moscow: Fizkultura i sport).

Nella stagione si individuano tre macroperiodi, di Preparazione (a sua volta divisa in generale e specifica), di Competizione (divisa in pre competizione  e competizione vera e propria) e infine una fase di Transizione verso una nuova stagione.

Fig. 2.1 Modello di periodizzazione dell’allenamento presentato da Matveyev. Come si può notare L’intera stagione viene divisa in tre momenti principali ce sono una fase preparatoria, una di competizioni e infine una parte Transitoria a fine competizione prima di ricominciare la stagione successiva. Le due fasi, preparatoria e di competizione a loro volta si suddividono ulteriormente: la preparatoria inizierà in modo generale per passare poi ad essere specifica per lo sport target, quella di competizione in una fase di precompetizione mantenedo come ultima parte le competizioni di maggior importanza.

Adattamenti di ogni singolo allenamento

La figura sottostante (Fig. 2.2) illustra “Selye’s general adaptation syndrome (GAS) theory[1].

Un livello di performance iniziale viene alterato da un allenamento. Si ipotizzano, da questo punto in avanti, tre condizioni. La prima consiste in un allenamento definito “normale” il quale produrrà un calo delle performance (come trattato precedentemente). Per il principio della compensazione e della supercompensazione il nuovo livello si attesterà al di sopra di quello iniziale. Questo andamento è evidenziato dalla linea con la lettera A. Qualora lo stimolo fosse maggiore in termini di volume e/o intensità assisteremo ad un abbassamento maggiore di performance alla fine dell’allenamento. A questo punto l’autore divide le linee ipotizzando due condizioni. Dando il giusto tempo di recupero in un tempo maggiore rispetto ad A il livello potrà tornare dapprima allo stato iniziale e super compensare ad un livello superiore rispetto alla linea A, parliamo della linea C. Qualora invece non si desse un giusto periodo di recupero ma si introducesse un ulteriore allenamento ci si sposterebbe sempre più in basso finendo nella zona di overtraining evidenziato dalla linea B.

Fig. 2.2 Modello di andamento delle performance a seguito di uo o più stimoli allenanti nel tempo. Come si può notare una linea iniziale di condizione a seguito di uno stimolo allenante può essere più o meno marcata verso il basso a seconda dell’intensita e volume dello stesso, più l’allenamento è stressante maggiore sara la risposta (Linea A minore, linea C maggiore), a patto di non andare oltre certi limiti per i quali si va verso una caduta continual (Linea C).

Modello di programmazione sportiva altamente riconosciuto.

La teoria alla base di questo modello è largamente riconosciuta ed è alla base dei principi di funzionamento dell’allenamento, della periodizzazione e del Tapering.

I benefici della pianificazione sono molteplici e sono stati largamente dimostrati da diversi studi scientifici[2]. Ci limitiamo a sottolineare alcuni aspetti del vantaggio di una adeguata programmazione:

  1. Un periodo più o meno lungo di allenamento stressante, se seguito da un adeguato periodo di recupero, produce un aumento di performance. [3]
  2. Il livello o grado di supercompensazione dipende dal livello di sovraccarico somministrato, pertanto vi potrà essere crescita solo se dopo periodi fortemente stressanti vi sarà un adeguato periodo di riposo.[4]
  3. Alla luce di quanto sopra esposto, una razionale programmazione potrà monitorare le condizioni dell’atleta, dandoci indicazioni sulla sua personale risposta e facilitando la lettura dei risultati. Facendoci facilmente capire se il lavoro che si sta eseguendo stia generando i risultati desiderati. Questa chiave di lettura sarà disponibile sia per appuntamenti a breve termine che come avvicinamento alle competizioni importanti.
  4. I risultati della programmazione possono fungere da feedback e benachmarks ovvero mostrarci se la programmazione stessa stia portando al risultato voluto, quantificandolo di volta in volta o se sia il caso di introdurre variazioni o riformulazioni  parziali o totali del programma.
  5. Infine, non meno importante, avere una programmazione permette di diversificare i lavori da eseguire evitando monotonia, aspetto da non sottovalutare visto il ruolo della motivazione che spinge ad ottenere risultati importanti in periodi preparatori anche di lunga durata.

Metodi di programmazione sportiva

Non vi è un solo metodo per periodizzare gli allenamenti, fra i più famosi citiamo il modello lineare precedentemente esposto e la metodologia a blocchi ideata da Issurin. In questa stesura di tesi non intendiamo focalizzare le diverse metodologie di programmazione. Vogliamo però porre l’attenzione sul metodo di valutazione attraverso un modello matematico di performance che verrà utilizzato anche per raccogliere i dati dei singoli allenamenti e per formulare una programmazione e valutare una corretta fase di tapering (come vedremo nel prossimo capitolo).

Modello matematico di programmazione sportiva

In poche parole si è voluto creare un modello matematico che quantificasse con un unico parametro un livello di allenamento e le due relative conseguenze dello stesso che sono un affaticamento che si andrà ad esaurire in un periodo breve ed un aumento di performance che si sommerà agli effetti degli allenamenti successivi e tenderà a perdurare maggiormente nel tempo.

La fase di Tapering

L’algoritmo matematico è il medesimo che viene utilizzato per il calcolo del tapering verrà quindi trattato nel capitolo successivo, ci preme ricordare che la fase di tapering nello sport è il momento di capitalizzazione di una intera stagione di allenamenti e può fare la differenza fra la vittoria o la sconfitta se non viene ben gestita.


Biografia

[1] Siang Yong Tan, MD and A Yip, MS – Hans Selye (1907–1982): Founder of the stress theory – 2018

[2] Bompa TO, Buzzichelli C – Theory and Methodology of Training – Periodization-6th Edition – 2019 – HUMAN KINETICS

[3] Issurin VB – New horizons for the methodology and physiology of training periodization. – Sports Med. 2010 Mar 1;40(3):189-206. doi: 10.2165/11319770-000000000-00000.

[4] D.G. Rowbottom, David Keast, A.R. Morton – Monitoring and preventing of overreaching and overtraining in endurance athletes – Overtraining in Sport (Vol. N/A, pp. 47-66). Champaign, USA: Human Kinetics Publishers.

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Dott. Enrico Roncada

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