Come sempre puntiamo al pratico ed andiamo subito al sodo, poche righe per capire perché questa vitamina D è importante e perché potrebbe essere difficile da reperire dalle sue diverse fonti che sono gli alimenti e la luce solare.

Come funziona la Vitamina D

La vitamina D funziona con il sole! O meglio si forma e si attiva attraverso l’esposizione della pelle alla luce solare. La sua funzione primaria assieme al minerale calcio è la calcificazione delle ossa. La stessa vitamina influisce anche sull’umore. Aspetto sicuramente e assolutamente da non sottovalutare se sommato ai periodi di carenza di luce solare come le giornate invernali magari piovose che già per loro natura tendono a deprimere. Da sottolineare che anche la pratica regolare di una attività sportiva attraverso l’allenamento sportivo soprattutto contro gravità stimola la rimanipolazione ossea ovvero detto in parole semplici la fortificazione del tessuto osseo, ossa più robuste e sane.

Produzione naturale

Essendo prodotta dal sole vien da se che abitare a latitudini non compatibili con il proprio cario tipo può già presentare problemi di produzione “naturale” endogena. Si aggiunga che dopo circa 40 anni la produzione endogena da esposizione solare cala drasticamente per la maggior parte della popolazione. Questo aspetto è assolutamente da tenere presente. Se poi sommiamo età e stile di vita al chiuso abbiamo fatto il cocktail perfetto che ci porterà ad avere livelli molto bassi di questa vitamina se non addirittura carenza di vitamina D.

Altra fonte di assunzione

Analogamente a quanto avviene per la vitamina B12 se si assumono cibi di origine animale e se l’animale ha avuto la possibilità di avere esposizione alla luce solare la “rubiamo” ovvero assimiliamo assorbendola da questi cibi.

Chi rischia di avere carenze di vitamina D?

Secondo le stime ufficiali, all’incirca un miliardo di persone nel mondo soffrono di carenza o insufficienza di vitamina D. Gli individui a più alto rischio di carenza di vitamina D includono le persone che vivono lontane dall’equatore in funzione in ogni caso del loro cario tipo. Non a caso le popolazioni del nord hanno pelle chiara mentre spostandosi in Africa il colore della pelle è ovviamente scuro, non è un caso!

Le persone affette da problemi medici (come ad esempio l’obesità, le malattie del fegato, la celiachia e le malattie renali), le persone anziane e le persone con la pelle scura sono comunque più soggette ad avere carenze.

Secondo quanto scoperto grazie al National Health and Nutrition Examination Survey (Sondaggio nazionale sulla salute e l’alimentazione), che ha preso in esame più di 15 000 adulti, gli individui con la pelle scura presentano dei livelli più bassi di vitamina D. Questo è causato dagli alti livelli di melanina presenti nel loro organismo, i quali impediscono l’assorbimento della vitamina D. Questo solitamente avviene quando la pelle è esposta alla radiazione ultravioletta che troviamo in natura sotto forma di luce solare.

Integraizone di Vitamina D, prima gli esami del sangue per dosarla

Sopratutto ma non solo la popolazione dei vegetariani e dei vegani o di chiunque limiti o elimini assunzione alimentare di provenienza animale dovrebbe come per la Vitamina B12 dosare il proprio valore attraverso gli esami del sangue per capire se sia il caso o meno di poterla doverla integrare.

Il valore minimo di vitamina D è 20 ma è già scarsa, dovrebbe essere almeno superiore a 30. E’ possibile aumentare tale valore a livelli ottimali di 50 per non andare oltre il 90.

L’integrazione consigliata è quella a basse dosi giornaliere ma essendo vitamina di tipo liposolubile si può optare anche per dosi più corpose da assumere a distanza di tempo maggiore.

Per esempio si possono assumere 5000 / 10000 Ui al giorno o 100.000 Ui a distanza di mesi. L’integrazione di vitamina D un tempo poteva essere prescritta solo dl proprio medico curante di base mediante ricetta medica. Oggi è possibile acquistarla liberamente. Attenzione a non esagerare perchè come dicevamo, è liposolubile, vuol dire che si accumula ed ha un decadimento più lungo nel tempo per cui se presa in eccesso porterà ad una intossicazione da eccesso.

Va comunque detto che valori alti tendono a decadere velocemente nel tempo in forma con una discesa a curva a forma logaritmica. Ovvero i primi giorni scende più velocemente per poi rallentare la discesa.

Vitamina D e tumori

Diversi studi riportano l’importanza protettiva di buoni valori di vitamina D per la prevenzione ai tumori. Sarà un caso ma quando a causa del melanoma mi trovai a dosarne il valore scoprii che questo era molto basso! Nella mia esperienza personale. In caso di malattia tumorale, l’integrazione della vitamina è da verificare. Per caso arrivai ad intossicarmi e nel periodo in cui la vitamina era più alta, il melanoma che si era agganciato al mio osso sacro, sembrava andare più velocemente, questo lo potevo verificare dai valori di LDH. Ma di questo parlo specificatamente nell’articolo dedicato al tumore.

Vitamina D e umore

Oltre al suo ruolo di coadiuvante nell’assorbimento del calcio, la vitamina D attiva quei geni che regolano il sistema immunitario e rilascia i neurotrasmettitori (ad esempio la dopamina e la serotonina) che regolano il funzionamento e lo sviluppo cerebrale. I ricercatori hanno scoperto dei ricettori di vitamina D su una serie di cellule situate nel cervello, nelle stesse regioni connesse alla depressione. Pertanto la carenza di questa vitamina può agire negativamente sull’umore.

Carenza di vitamina D

La carenza incide in modo negativo sulla calcificazione delle ossa con effetti che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura e alla osteomalacia, che si presenta quando la struttura ossea esternamente è integra ma all’interno delle ossa si registra un contenuto minerale insufficiente.

La mancanza rende inoltre i denti più deboli e vulnerabili alle carie.

Eccesso di vitamina D

L’eccesso può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguente vomitodiarrea e spasmi muscolari.

Alte dosi di vitamina D per malati di SLA, Sclerosi multipla, parkinson

Interessante il metodo o protocollo Coimbra per i malati di SLA sclerosi multipla che porta la vitamina D a livelli altissimi.

Cito direttamente dal sito:

Il protocollo del dottor Coimbra prevede elevati dosaggi di vitamina D per combattere numerose patologie. Questo modo nuovo di utilizzare la vitamina D, sfruttandone le enormi potenzialità di riequilibrio del sistema immunitario, soprattutto nelle malattie autoimmunitarie.

Il metodo di cura con alte dosi di vitamina D è stato sviluppato dal neurologo Cicero Galli Coimbra. Diversi anni fa, cercando nuove possibilità terapeutiche nelle malattie neurodegenerative, Coimbra ebbe la possibilità di conoscere una gran mole di dati scientifici riguardanti la vitamina D, la maggior parte dei quali non era minimamente utilizzata nella comune pratica clinica. Si rese conto allora che un grande numero di pazienti avrebbe potuto trarre grandi giovamenti dall’applicazione di quei dati su loro stessi. Così cominciò a somministrare delle dosi considerate piuttosto alte (10.000 UI) di vitamina D a pazienti affetti da malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.

Il suo semplice ragionamento era: non è possibile che la natura possa creare spontaneamente una condizione di tossicità con queste dosi, considerato che il corpo umano è in grado di sintetizzare 10.000 UI e più di vitamina D dopo circa 20 minuti di esposizione al sole. Inoltre, negli ultimi anni c’era un comune accordo tra gli scienziati sulla revisione delle vecchie RDA di 400/600 UI giornaliere, considerate per lo più inefficaci, a favore delle 7000 UI, dose considerata utile e sicura.

Tutto quanto riportato va discusso con il proprio medico curante ed approfondito in funzione della propria patologia, l’ho accennato solo per farne conoscere l’esistenza. Non è la fame ma l’ignoranza che uccide. Ne ho parlato spesso. Informazione e spirito critico. La rete come il mondo è popolata da approfittatori ma anche da brave persone.

Menopausa e vitamina D

La menopausa è un periodo di transizione fisiologico e non va vissuta come una patologia. In questo periodo il corpo femminile può aver bisogno di un plus di nutritivi, in particolare parliamo di calcio e soprattutto di vitamina D. Sicuramente il vostro medico di base vi potrà dare indicazioni al riguardo. E’ importante però sapere che in questo periodo della vita questa vitamina assume un ruolo focale cosi come la sua quasi sicuramente necessaria integrazione.

Ad appurare ulteriormente il quadro esiste anche la MOC: “La mineralometria ossea computerizzata (MOC) è l’esame strumentale utilizzato per accertare (diagnosticare) l’osteoporosi poiché consente di misurare in modo accurato la densità dell’osso. È divenuto noto perché sempre più donne lo eseguono quando entrano in menopausa

Processo di formazione

Se poi vogliamo addentrarci nel processo di formazione della vitamina D scopriamo che questa utilizza come componente il colesterolo! E’ verosimile pensare e poter affermare quindi che la produzione di Vitamina D dall’esposizione della pelle al sole creata quindi in modo naturale abbassi in parte i livelli di colesterolo! Per essere più precisi le forme di vitamina D sono 5 ma dalla dieta assumiamo la D2 di origine vegetale e la più importante D3 che è quella che per l’appunto sintetizziamo con il sole o assumiamo dagli integratori.

Questa prende anche il nome di colecalciferolo. Il 7-deidrocolesterolo è uno sterolo che funge, nel plasma, come precursore del colesterolo ed è il precursore biologico della vitamina D3, che viene trasformato in colecalciferolo dopo esposizione alla radiazione ultravioletta.

Pertanto la forma da integrare è la vitamnina D3.

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Dott. Enrico Roncada

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