Cangrande Half Marathon: una medaglia per due. 20 novembre 2016

La mia gara podisctica per eccellenza, la gara di Verona, anzi la sorella minore della più imponente Verona Marathon.

Ma la mia distanza, la mia sfida è sulla distanza della mezza maratona.

21 km di ansia, di fatica, di concentrazione, di sudore da correre tutta di un fiato… di dolore e di lacrime di gioia alla fine.

Parto già con l’ansia: “sono abbastanza coperta?, avrò caldo?, e se poi ho freddo?”

Per fortuna l’imponente organizzazione di Verona predispone i camion per i vestiti proprio a ridosso delle griglie delle batterie di partenza e così posso contare su abiti caldi fino a poco prima dello start e subito dopo l’arrivo.

E si parte, questa volta Enrico è con me… dopo tutto quello che ha passato, dopo l’hannus horribilis, è qui che decide di fare questa corsa con me. Siamo nella griglia rosa (tempo fino a 2h15′) speriamo che che le gambe tengano.

Si parte, ho le gambe inchiodate: sono ferma da una settimana (forse troppo, vabbè, esperienza: la prossima volta un richiamino andrà fatto…).

Cerchiamo di riscaldarci pian piano con un ritmo lento mentre la marea colorata avanza davanti, ai lati, dietro… è uno spettacolo! La magia dello sport!

Dal quarto km cominciamo ad andare a velocità costante, al ritmo di 6’/km che ci siamo prefissati.

E siamo sul lungadige, la giornata non è delle migliori, ma il percorso mi piace.

Al decimo km sembra quasi di poter aumentare un pochino, ma la gara è ancora lunga…

Dopo quattro km di andatura costante i polpacci cominciano a protestare, li sento tirare, li sento stringere, fanno male, devo cambiare passo, provo a modificare…. ok continuo, ma praticamente non posso più contare sui polpacci che diventano un mero appoggio…. e mancano ancora 7 km!

Ed eccolo, il km 19: una pugnalata al lato del ginocchio destro. Mi fermo. Non riesco più a piegarlo!

Mi sale una rabbia…. l’anno scorso mi successe la stessa cosa, al km 18.

Per fortuna Enrico è con me. Lui non si è nemmeno allenato per la Mezza maratona ma sta tenendo benissimo l’andatura e mi incita. Ricomincio a corricchiare, piano piano, andatura a 7’10”, ma mancano 3 km alla fine, si può fare…

Passiamo Ponte Catena, dove ho vissuto per 24 anni (sto correndo a casa mia!), e via sul lungadige che porta al centro storico di Verona: ecco il ponte di Castelvecchio, manca poco, e poi il ponte della Vittoria (!!) col bivio per chi prosegue per la Maratona (e a me vengono i brividi a pensare che la maratona sarebbe solo a metà), manca pochissimo!!

Enrico mi incita, le mie gambe sembrano impazzite, comincio a correre. Non sento più il ginocchio e corro, ecco piazza Brà! volo, volo verso il traguardo! e piango, perchè ho vinto. Ho finito in 2h13’39… sotto le 2h15′, 11′ in meno dell’anno scorso!

Ho vinto la stanchezza, ho vinto la fatica e il dolore.

E’ un’emozione che non si può descrivere, solo chi l’ha provata sa di cosa parlo 🙂

Ed è un’emozione doppia perchè vissuta insieme a Enrico e lui ha reso possibile tutto questo!

Grazie, questa medaglia è per due!


Menzione speciale per l’organizzazione Verona Marathon che ha pensato anche ai celiaci!

Prima di lasciarci...

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Dott. Enrico Roncada

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