Downshifting scalare marcia

Il significato della parola downshifting (in italiano scalare marcia) secondo wikipedia si traduce in Semplicità volontaria, Sta a significare la volontà cosciente di rallentare aspetti della nostra vita (solitamente o tendenzialmente il lavoro ma non necessariamente solo lo stesso, per noi troppo impegnativi o stressanti). Si concretizza quindi nel rinunciando a qualcosa, nel caso del lavoro uno stipendio o remunerazione più alto o elevato al fine di poter liberare tempo o toglierci da situazioni stressanti o imbarazzanti o non piacevoli. La finalità è quella di poter vivere una vita diversa, normalmente più equilibrata e meno stressante, un esempio?

Io sulla mia peugeot 205 CJ pagata 500 euro 🙂

Una delle cose più belle che mi sia mia capitata
Un pò per caso un pò per sbaglio…

Mi sono licenziato

Licenziatomi nel 97 da una azienda oramai in crisi, allora ventiseienne e con un anno di mobilità, mi dissi: “qualcosa da fare lo trovi sicuramente, prenditela con calma (take it easy).

Al tempo nemmeno sapevo cosa volesse dire downshifting, anche se il concetto di fare “di meno” avendo “di meno” almeno in termini di prodotti per guadagnare in termini di tempo era qualcosa che già andava prendendo forma nella mia mente come qualcosa di fattibile. Come un progetto attuabile.

Non mi era mai capitato di poter restare per un lungo ed indefinito periodo, senza dover fare qualcosa per forza (o studiare o lavorare).

Mi pervase un senso di leggerezza incredibile e di libertà.

L’importanza del lavoro

Voglio però subito sottolineare, scanso equivoci o fraintendimenti, che per me, lavorare nel vero senso del termine, è cosa che da piacere e soddisfazione! Ho un gran rispetto del Lavoro con la L maiuscola. Con questo cosa voglio dire? Oggi il lavoro, spesso, soprattutto, non me ne sene voglia, in ambito ufficio, si riduce ad una passerella nella quale più che fare ci si limita a far vedere o al far finta di fare.

Io sono fondamentalmente un tecnico per giunta informatico, probabilmente questa formazione rappresenta le mie radici più radicate. Non ottimizzare o spendere al meglio il tempo per lavorare al meglio, equivale a buttare tempo-vita. Lo trovo irrispettoso verso il miracolo della vita stessa sia mia che degli altri.

I Condizionamenti

Piccola digressione. Premetto subito che probabilmente lo scalino più grande da affrontare possano essere l’insieme dei condizionamenti che vengono “dagli altri”. “Cosa diranno gli altri? Cosa penseranno gli altri? Come ti giudicheranno gli altri?” e di conseguenza la paura atavica di essere il diverso, l’unico, l’emarginato e restare da solo.

Personalmente credo che questo sia l’ostacolo più grande da superare ma è anche vero che il DS (Downshifting) si può attuare anche per gradi con tante piccole scelte senza bisogno per forza di dover rinunciare a tutto e magari in modo “naif” ovvero originale e personale.
Per esempio non si deve scegliere fra un auto scassata o una SUV ultimo modello ma, per esempio, una spettacolare VOLVO 740 GLE di 35 anni ovvero del 1985 che fa molto vintage, age, ovviamente senza un graffio! E in condizioni pari al nuovo. Senza la necessità di nulla rinunciare in quanto dotata di aria condizionata, sedili in pelle riscaldati, tettuccio apribile, chiusura centralizzata, fendinebbia, insomma di tutti i gadget e gli optional che la rendono ancor più di valore.

I precedenti

Ma torniamo a noi… Diversi pensieri mi avevano attraversato la mente, uno fra i tanti riguardava, per esempio, gli orari di lavoro (allora era meglio andare a scuola?) E la cattiva gestione degli stessi, mi dicevo: “cosa devo fare? Presenza? Perché tutte queste ore… è la mia vita che se ne va“.

Il downshifting, scalare marcia

Mi rendo conto che il resto della storia è assolutamente personale ma ognuno può trovare una propria dimensione riguardo il concetto di scalare marcia verso il basso. (Down-shifting) e comunque alla fine riporterò una piccola guida di consigli su come si possa fare downshifting anche partendo da piccole cose.

Cosa ti manca realmente?

In fondo avevo già tutto quanto mi servisse ed il danaro proveniente dal lavoro non andava certo investito nello stare meglio. Quanto piuttosto nell’acquistare frivolezze che non facevano che peggiorare la situazione.

I conti (con l’oste)

Cosi feci due conti per capire quanto servisse per vivere con il minimo dei costi e scoprii che al giorno d’oggi, c’è praticamente tutto a pochi euro. Bisogna sapersi accontentare e spesso il non accontentarsi è più un discorso di moda o sociale che reale e pratico.

Cosi finita la mobilità mi misi in proprio lavorando tanto quanto servisse per poter essere autosufficiente. Da allora non ho più smesso 🙂

Consumo minimalista e bisogni essenziali

Il consumo minimalista è oramai parte del mio stile di vita e non posso che consigliarlo a tutti ovviamente bilanciato e ponderato alle proprie esigenze anche in virtù delle proprie scelte bisogni e possibilità pregresse.

Esistono anche altri come te?

Aggiungo che fu una vera rivelazione scoprire che vi fossero altri (pochissimi) che la pensavano come me, un paio di nomi Silvano Agosti, Simone Perotti (che ha scritto due bellissimi libri a riguardo, “Adesso basta” ed “Avanti tutta” che non posso che consigliare, Tiziano Terzani;

Lo scrittore, il come te ma famoso

Perotti fu vera rivelazione perché ha scritto un libro sul downshifting (anzi in realtà ne ha scritti due) che di fatto, come poi lui stesso ha sottolineato, è il “nostro” modo di pensare e di vedere e valutare le cose. Il nostro modo di vivere.

La malattia la serenità e la consapevolezza

Ed infine, quando ho avuto il melanoma e non sapevo se la mia vita sarebbe finita di li a poco, devo dire che se non altro, ero sereno (ma non rassegnato! Anzi iper combattivo a colpi di conoscenza informazione lettura e studio) potendo comunque dire:

“sarà quel che sarà…

In concreto cosa ho fatto?

Il primo passo è stato mettermi in proprio (1997) per lavorare di meno e meglio, al tempo ero dipendente e la mia giornata se ne andava fra le 8 ore dell’ufficio e il tempo per recarmi e tornare a casa dallo stesso. Credo sia stato il peggiore e più inutile momento della mia vita, nessuna crescita ne personale ne professionale dopo il primo anno. in una azienda oramai al collasso, senza nessun obbiettivo di crescita o di qualsiasi  altra natura.

Il secondo è stato scoprire e approfondire tecnicamente il funzionamento della borsa

Il terzo è stato fondere la passione per le auto da bisogno a secondo lavoro, di questo parlo qui: Le mie auto

Il quarto (in essere) è stato quello di unire l’esperienza fatta nello sport, nell’alimentazione e nella salute e trasformarlo in professione, ne parlo nella mia biografia

Il mio modo di interpretare il downshifting non deve essere perso per forza come modello ma come esempio. E’ un percorso strettamente personale.

Consigli o esempi su come abbracciare la filosofia del downshifting:

Consiglio numero 1: i costi della “roba” che ci possiede.

Per prima cosa va fatta una attenta analisi di dove siamo. Cosa possediamo (purtroppo al giorno d’oggi le cose fanno la differenza). Fare una lista dalle più costose alle meno e verificare se vi possano essere delle possibilità di taglio alla spesa. Faccio un esempio. Per me, come ho già detto, la prima voce di spesa era l’automobile. Presto fatto. Ho verificato quale potesse essere una automobile che generasse il minimo dei costi. Attenzione perché quando si verifica il costo di qualcosa lo si deve fare da quando lo si ha in mano fino a quando lo si dismetterà. Il capitolo auto l’ho approfondito qui: Le mie auto.

Consiglio numero 2: pianificati la vita

Pianificare la propria vita. Potrà sembrare strano ma non siamo eterni. Mettiti “avanti” scadenze: a 30 anni a 40 a 50 a 60 … Io ora ne ho 48 ma so che intorno ai 70 la formula migliore di vita sarà una piccola comune. Lo sarebbe già da ora ma le condizioni non me lo permettono. Non parlo di condizioni economiche, trovarsi non è facile. Come vedi è tutto in divenire, anzi se ti interessa parliamone.

Sulla comune in ottica di downshifting parlo qui: La comune 2.0

Il nostro sito si chiama Vita e a seguire 2punto0 che sta a significare rinnovamento continuo della Vita e di tutto quanto ad esso legata, il downshifting incarna questo significato in una sola parola.

Consiglio numero 3: fai una cosa per volta, finendola

Volendo il cambiamento può anche essere repentino, è una scelta. Io preferisco il lento perché ci da modo di saggiare passo passo e consolidare un nuovo stile di vita. Il taglio secco è un salto nel buio e se poi non piace. Certe strade alle volte sono a senso unico, difficile tornare indietro, piccoli passi invece ci permettono limitare eventuali danni. Nessun cambiamento è indolore. E spesso serve anche una certa dose di coraggio.

Consiglio numero 4: Fai ordine

In senso letterario, parti da un armadio, da un cassetto, aprilo, analizza ogni oggetto, decidi cosa tenere. Tieni cose che abbiano veramente senso, che siano un ricordo vero o un oggetto funzionale. Fare ordine fra le cose da un gran senso di leggerezza e butta o regala o vendi tutto quello che non ti serve, oggi con internet puoi trovare praticamente tutto, inutile tenerlo stoccato in casa. La casa non può essere un magazzino. Non mischiare le cose che usi tutti i giorni con quelle che usi ogni tanto. Semplicità organizzativa equivale a libertà e downshifting è sinonimo di libertà. Nel fare ordine è compresa una guida dove devi sapere esattamente ogni cosa in che posto si trova. Come disse il patron di google, se una cosa non sai dov’è è come non averla. Cercare richiede tempo il tempo è vita, se cerchi rubi vita.

Consiglio numero 5: Il ritorno alla semplicità

Qualsiasi cosa poi tu decida di fare cerca sempre la via più semplice. La natura funziona quasi da sola, la terra da frutti sani a basso prezzo. La scelta alimentare fortunatamente che è una voce di spesa elevata può coniugare stile di vita, rispetto per l’ambiente, sostenibilità e salute.

Consiglio numero 6: Togliti l’assillo del dover fare

Devo fare, devo fare devo fare…  Cosa devi fare ? Guardati attorno, “C’è tutto un mondo intorno che. Gira ogni giorno e che. Fermare non potrai. E viva viva il mondo. Tu non girargli intorno. Ma entra dentro al mondo dai” Cit. Matia Bazar.

Consigli numero 7: I Figli

Questo è uno degli ostacoli più grandi. Qui onestamente non so dirti cosa sia meglio. Io a mia figlia ho passato i miei valori. E’ chiaro che la società impone certi costumi ma si possono camuffare sotto una forma “naif”, essere downshifter e quindi fare downshifting deve fare figo. Libera interpretazione.

Consigli numero 8: Il lavoro

Questo, indubbiamente, è lo scalino più grande! Oggi il mondo del lavoro è o tutto o nulla. Mi rendo conto che la difficoltà sia immensa e in questo caso posso solo dire di ponderare molto bene questa scelta. Prima cercando di smussare tutti gli angoli possibili. Alle volte basta chiedere, anche se ci si muove sempre in un campo minato.

Riuscire a fare il lavoro che ci piace per il tempo che ci piace diventa una con questa immensa. Ovviamente quello che dico è scontato ma la prima regola è non dare mai nulla per scontato. Diciamo che potrebbe essere più facile farlo da libero professionista che alle dipendenze. Io credo che l’unione faccia la forza, so che le società devono essere dispari e non più di tre ma credo che con i patti chiari e l’amicizia lunga mettendo a contratto e facendo in modo che ognuno sia responsabile direttamente e legalmente di ciò che fa la cosa ideale sia unirsi (vedi discorso comune) anche in campo lavorativo.

Concludendo

Downshifting, scalare marcia… per tutto quanto esposto posso dirti che ad oggi “Rimpianti non ne ho, anzi, l’unico rimpianto è di non aver iniziato prima. E mi sto godendo la vita“.

“Spero che quanto scritto sia stato di tuo gradimento! In fondo agli articoli puoi dire cosa ne pensi o se hai domande ci farebbe piacere sapere la tua posizione. Se prima di uscire clicchi su qualche banner pubblicitario ci dai una mano a crescere. Speriamo di riaverti presto. “

Momenti di DS (Downshifting)

Simone Perrotti scrive: “Alla fine la libertà è poter scegliere. E dato che ieri ci pareva di poterlo fare, ma non era vero (e comunque non sceglievamo) e oggi capiamo cosa vuol dire non poterlo fare, forse qualcosa in testa, domani, ci rimarrà.
O forse no, chissà.

Io ora guardo il mare e non penso a niente. Sento e basta.”

E io rispondo: ” Simone Ma che parole meravigliose come sempre esattamente il mio pensiero. Chissà perché la società ma soprattutto il mondo del lavoro non riescie o non riescono a entrare in questa sintonia “

Ed aggiungo: ” Per gli invidiosi del nulla, come li definisco io, il discorso non è calarsi negli stereotipi tipo il mare o non il mare ma avere per esempio tempo, adesso, di mettere in ordine la propria vita, magari iniziando dal garage che sono almeno 15 o 20 anni che è incasinato. E provare una gioia immensa nel farlo e un gran senso di libertà e di liberazione nel buttare quelle cose che erano li a fare nulla da cosi tanto tempo e che occupavano tanto metaforicamente quanto fisicamente spazi vitali.

E oggi? Downshifting 2.0

Il tema del nostro sito è il 2.0. Cosa vuol dire 2.0? Vuol dire versione 2. Nulla è statico tutto è in continua evoluzione. Charles Darwin, che mi trovo a citare di sovente, è molto chiaro a riguardo. In natura non sopravvive il più forte ma chi meglio si adatta all’ambiente. Se l’ambiente cambia e vuoi sopravvivere devi cambiare anche te in funzione dell’ambiente che abiti. Si può parlare ancora oggi, 2020 di downshifting?

Si: ne parlo in Downshifting oggi, Downshifting 2.0

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Dott. Enrico Roncada